Celestino Ferraresi, pittore
Nato nel 1949 tra i monti del reatino in uno di quei luoghi sperduti con quattro case di pietra, la chiesa con una Crocifissione dei tempi di Cola Filotesio dipinta a fresco sopra l’altare; un piccolo cimitero per poche anime. Nel ricordo, il cerchio delle montagne che lo circondano è il confine del mondo.
All’età di cinque anni il padre, maestro di scuola, trasferisce i cinque figli a Roma per farli studiare. Crescendo frequenta l’Istituto d’Arte e poi l’Accademia. Tra gli anni sessanta e settanta la sua formazione si sviluppa nella ricchezza culturale dell’ambiente artistico romano caratterizzata dall’attività di molte gallerie. In quegli anni si coglie l’aspra contrapposizione tra artisti figurativi e astratti , mentre la generazione pop di piazza del Popolo apre la strada all’affermarsi di altri linguaggi….
Tante esperienze contrapposte scompigliano la fantasia di un giovane … l’incontro con Piero Sadun e Alberto Ziveri, maestro dell’informale il primo e lirico realista il secondo; con i loro generosi apprezzamenti, se non chiariscono ancora le sue scelte, imprimono in lui la capacità di guardare sempre la pittura nella sua concreta e singolare bellezza, mai con giudizio di parte.
Si lega spesso ad artisti più anziani di cui stima l’autenticità della vena poetica e la sincera umanità. Da loro impara a capire le ragioni della poesia e la capacità che ha il colore di esplorare e raccontare sentimenti . La scelta del soggetto narrativo diventa irrinunciabile nella sua pittura cercando, però, di non guardare le cose con crudo realismo; tra i pittori della sua generazione si è ostinato a rappresentare i valori della pittura e del suo legame con la storia. L’intenso e solitario dialogo con la luce, le riflessioni sul fascino del silenzio e sulla impietosa labilità del tempo lo portano ad evocare nel suo lavoro spazi tra realtà e memoria nel tentativo di cogliere le ragioni e i sentimenti dell’esistenza umana.
Attratto dal dialogo con le nuove generazioni, insegna all’Accademia di Venezia, Firenze e Roma, un tempo luogo privilegiato per pittori, scultori e incisori.